domenica 15 aprile 2012

06 - 15/04/2012


Credo che gli altri sanno meglio di me com'è quella sensazione che provi quando sei lì lì per partire. Testa leggera, risata facile, sorriso ebete e le inibizioni perse (o almeno accantonate). La cosa che preferisco è che fai cose senza pentirti e senza (o quasi) doppi fini. Ma c'è, come in tutto, un lato negativo: il giorno dopo te le ricordi.

In questi giorni in cui mi son fatto scivolare addosso l'abbastanza è alla fine mi sono incazzato poco, in questi giorni in cui ho scritto ma ho anche cazzeggiato, in questi giorni in cui non ho non pensato, ieri sera è stata croce e delizia. Mi son divertito, a non far niente, a mangiare una pizza e bere in compagnia. Niente di complicato, niente di "diverso". Ma non sono capace a ridere e scherzare e basta. Io viaggio con la testa e le cazzate le faccio.
So che i sensi di colpa non servono, non servono mai. Ma...

Oggi c'è stata la premiazione. Sapevo di non vincer niente a quel concorso letterario. Mi era piaciuto partecipare. Per un momento, però, mi son spaventato: avevo paura che quello 0,01% di possibilità di essere tra i primi tre sia avverasse. Avevo paura di vincere. Non sentire il mio nome è stato un sollievo.
Io sono un concentrato di contraddizioni. Sopratutto quando mi metto a rivendicare qualcosa che non è nella mia indole. Cerco di fare il 18enne ribelle, il 18enne autonomo. Ma io non sono autonomo. Mi hanno insegnato a dipendere. La lotta è dura.

Ricapitolando: amore non corrisposto, infanzia ovattata e subordinata, insicurezza legata al profondo odio che io ho di me, ne esce fuori un bel miscuglio incasinato.

E stasera non scrivo...?

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