domenica 11 marzo 2012

02 - 11/03/2012


Ho passato due giorni a riflettere se continuare o no. Ho fatto quel che di solito è chiamato "esame di coscienza".
Mi son detto se veramente voglio scrivere quello che sto scrivendo, mi son domandato se è il vero "scopo della mia vita" andare avanti a scrivere, mi sono soffermato a riflettere cosa voglio diventare. Ho avuto per molto tempo la voglia di prendere e cancellare tutto: blog, racconti, "libri". TUTTO!!!
Poi sono anche passato per la fase mi metto subito a scrivere. Ma adesso sono già alla terza fase: lascio tutto scorrere.

Per scadere nel banale: ho passato il tardo pomeriggio (per essere chiari: dalle 19 alle 21) a girarmi e rigirarmi per la stanza, a stare seduto sulla sedia a fissare la tv e a guardare Diario di una nerd superstar. Insomma, non faccio niente. Non ho voglia di fare niente, non mi sento in grado di "lavorare". Non ho neanche letto.

Ma ieri sera ho capito che sbaglio a lasciare perdere: devo smettere di pensare. Ok, queste due frasi vicine non hanno senso, ma invece sì ( e siamo due nonsense). Prima di fare qualcosa ci penso 1000 volte, se non di più, e di solito "non faccio" è la risposta più gettonata. Non mi butto nella mischia per paura delle conseguenze e degli "altri" (ho visto Lost quindi gli altri capitano a fagiolo). Gli altri hanno un potere enorme su di me, più di quanto io ne abbia su me stesso; non sono poi il tipo di prendere un arma e combattere. Sono abbastanza codardo da prendere ed uscire di scena. ieri sera mi sono reso conto, nella mia poca lucidità, che invece devo buttarmi: non ho nulla, quindi non ho nulla da perdere. Lo so, il pessimismo regna anche in questo che dovrebbe essere un "discorso" d'incoraggiamento verso me stesso; ma io sono fatto così.

Quindi lascio passare anche questa serata che è nuovamente improduttiva (spero esista come parola) e magari faccio come ieri sera: non penso (ieri sera avevo i mezzi, oltre che le attenuanti, per farlo, stasera mia arrangerò). E poi domani mattina vado, torno e il pomeriggio torno a fare qualcosa, quel qualcosa a cui io penso sempre e che è sempre nella mia mente (e che vorrei con me... il velato riferimento alla canzone Ti Penso Sempre era necessario spiegarlo). Max tornerà a vivere e io tornerò a fare qualcosa che mi piace e che forse un giorno potrà essere vera.

Però, se ci penso bene, il tempo che spreco, il tempo che butto via per niente è tanto. Pensare che la società di adesso di obbliga a fare tutto in pochissimo tempo, a fare sempre di più e io (non solo io, perché il sabato sera è l'emblema di questo) spreco tempo facendo niente. Niente come adesso, mentre piano piano quel "mal di pancia" della domenica sera ti assale e ti fa venir voglia di correre a letto, al caldo, e dormire senza sognare.
Stasera non voglio sognare. Non voglo

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